lunedì 12 gennaio 2009

ARCHITETTURA ECO-SOSTENIBILE:SHIGERU BAN








Tubi di cartone usati come pilastri, travi, pareti: per case, chiese, musei.
È il modo di costruire di Shigeru Ban .
L’uso di carta e cartone, materiali non convenzionali in ambito di design e architettura, lo rendono uno dei giovani architetti più in vista sulla scena internazionale.
Il suo nome figurava tra quelli dei progettisti di uno dei due progetti finalisti per la ricostruzione del World Trade Center di New York.
L’opera di Shigeru Ban richiama non solo la sperimentazione architettonica, ma anche il valore concreto dei programmi di riciclo di carta e cartone e di tutela dell’ambiente.
Divenne popolare in Giappone nel 1995, quando disegnò e realizzò, su larga scala, abitazioni economiche e di rapido montaggio per i terremotati di Kobe, impiegando come materia prima essenziale tubi realizzati con carta riciclata.
Per la realizzazione delle sue opere egli avvolge, con dei collanti naturali, della carta riciclata attorno un tubo di alluminio.
Una volta seccata la carta, il tubo di alluminio si sfila e le colonne di carta vengono trattate con cera per renderle impermeabili. Con quegli stessi materiali di base, interamente riciclabili, Shigeru Ban realizza anche pezzi di design.
Minimalismo, sperimentazione e sostenibilità sono le costanti entro le quali si muove la ricerca di Shigeru Ban, architetto orientale, in netta posizione antitetica rispetto alla declinazione hi-tech di molta architettura contemporanea.
Quarantasei anni, instancabile viaggiatore giapponese in un pianeta dove i problemi sono globali, Shigeru Ban non costruisce soltanto con la carta, ma con quel materiale, ha ottenuto i suoi risultati più brillanti. Il primo è stato Paper Arbor, alla World Design Expo di Nagoya, nel 1989: dopo sei mesi i tubi di carta riciclata con cui era costruito rivelarono, grazie all'indurimento della colla e all'esposizione ai raggi ultravioletti, una resistenza aumentata alla compressione.

Seguirono nel 1995 la Paper House, il primo caso autorizzato di uso strutturale dei tubi di carta in un edificio permanente; nel 1999 il Nemunoki Children's Art Museum, il cui tetto è composto da un reticolo triangolare di pannelli di cartone alveolare; nel 2000 il Padiglione Giapponese all'Expo di Hannover, la cui elegante struttura sinuosa e rigida è composta da archi di legno e tubi di carta; sempre nel 2000 il Paper Arch al Museum of Modern Art di New York che, con una luce di 26,5 metri, è una struttura capace di flettersi sotto il proprio peso.

Per lui, in effetti, carta, legno e bambù formano una triade materiale e concettuale. E la carta, soprattutto quella riciclata perché a buon prezzo, ecologica e low tech, è fondamentalmente "legno evoluto". Più che di forme Shigeru Ban preferisce in ogni caso parlare di costruzione, e più che gli spazi esplora i materiali. Spiega i suoi progetti e le sue riflessioni con precisione impeccabile, come fossero equazioni algebriche: gli obiettivi, le tecniche, le funzioni, i problemi e i risultati generano una logica stringente, che equivale alla loro bellezza. I suoi edifici sono simbiosi armoniche di dati ingegneristici e architettonici.

La duttilità e la solida leggerezza della carta sono buone risposte anche all'emergenza sociale: con tubi di carta Shigeru Ban ha realizzato la struttura per trasformare in tende i teli di plastica (formato 4 x 6 metri) forniti gratuitamente dalla Unhcr (United Nations High Commission for Refugees) a tutti i rifugiati durante la fuga di massa dal Rwanda tra il 1995 e il 1999. Utilizzando lo stesso tubo ha ottenuto tende di tre misure: piccola, media e grande. Secondo Ban, erano tre anche i buoni motivi per usare tubi di carta riciclata: si diffondeva un messaggio chiaro contro la deforestazione, si riduceva il rischio che i tubi fossero rivenduti (come invece avviene per i tubi di alluminio) e si potevano produrre in loco, riducendo costi, tempi di trasporto e sprechi.

Shigeru Ban ci offre un modo nuovo di “vedere” ed “usare” le cose ... che non si ferma all’estetica ma si estende all’umanità ...

venerdì 2 gennaio 2009

Il mio alterego!


E' divertente creare degli avatar curiosi, vi sono diversi siti che lo permettono ...

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